Ciclismo


Il ciclismo nasce dall’esigenza di fare sport dal volontariato, non c’è quindi una struttura predeterminata che segue una specifica teoria organizzativa, se non in casi particolari tra cui quello della Mapei, in cui è stato lo sponsor a prendere l’iniziativa.

In queste associazioni sportive l’organizzazione, la divisione del lavoro e il bisogno di efficienza tecnica coesistono con un volontariato presente a vari livelli compresi quelli più elevati.
La variabile che soprattutto distingue l’organizzazione volontaria propria del ciclismo da quella burocratica tradizionale, è il maggior personale e la minore stabilità di carriera dei dirigenti eletti. Più è forte la componente volontaria nella struttura, meno accentuata sarà la natura gerarchica delle relazioni interne.

Il ciclismo, essendo un'attività sportiva non praticabile in un impianto, non è determinato da uno schema d’uso di impianto, ma da semplici “concessioni” di piste ciclabili alle categorie giovanissime oppure attraverso lo sfruttamento di aree industriali in specifiche fasce orarie, giorni con relativa autorizzazione; aspetto che concorre ad evidenziare con importanza il problema della sicurezza proprio di questa realtà sportiva. A questo punto risulta chiara la consapevolezza che non è possibile considerare una società sportiva come un’impresa tendente al profitto, non solo perché in essa gioca un ruolo importante il lavoro volontario che esce fuori dai canoni aziendali, ma anche perché buona parte degli introiti non deriva dalla capacità di vendita di un servizio (prestazione, benessere, ecc.) ma da sovvenzioni a fondo perduto ottenute da enti pubblici (Comuni, Province, Regioni).

In base a quanto detto le associazioni ciclistiche dovrebbero essere riformate attraverso una nuova forma organizzativa al fine di modificarne i connotati. Attualmente ha preso avvio un progetto “ciclismo scuola” ideato dal CONI che prevede il tesseramento di 40.000 giovanissimi, ma le società in questione hanno trovato difficoltà per il sostenimento di vari costi aggiuntivi.

Un ulteriore obiettivo è quello di creare un maggior interscambio tra comitati provinciali ed enti locali all’interno di ogni singola realtà regionale coinvolta nel Giro d’Italia al fine di creare degli spazi idonei per garantire una maggior sicurezza agli atleti.

A differenza degli altri sport, il ciclismo non prevede una continuità tra settore giovanile (fino a 16 anni) e settore professionistico (dai 17 in poi) all’interno della stessa Associazione: le squadre giovanissime sono autonome in quanto portano avanti le realtà giovanili (circa 880 nel territorio italiano) e poi le affidano ad altre società con il fine di dare un'adeguata preparazione agli atleti. La società nella quale viene trasferito il giovane promettente è tenuta a pagare un premio di valorizzazione alla società trasferente in base ai punteggi ottenuti dal ragazzo, questo compenso risulta però essere irrisorio dal punto di vista economico. Nella realtà giovanile non è lecito parlare di business del ciclismo in quanto non è previsto il pagamento di una quota mensile a carico del singolo dilettante, come pure le iscrizioni a manifestazioni ed il materiale sportivo sono a titolo gratuito, eccezion fatta della bicicletta.

I Team Manager sono spesso ex ciclisti piuttosto che laureati in Management dello sport… in questo caso la figura del Team Manager coincide con quella di Direttore sportivo. Questo accade perché un ex ciclista riesce meglio a stipulare contratti di sponsorizzazione, attraverso il prestigio (vera e propria garanzia all’Associazione), spesso infatti gli sponsor cambiano Associazione al cambiare dei Direttori sportivi.

Essendo il ciclismo uno sport “sui generis”, le uniche fonti di finanziamento scaturiscono dagli sponsor e da eventuali contributi provenienti dalla Federazione Ciclistica Italiana. Per quanto detto si deduce che le associazioni dilettantistiche del ciclismo sono mosse dalla sola passione dei presidenti che le hanno costituite. In conclusione, il ciclismo è definito uno sport di tutti, che però, per sua natura e struttura, si autolimita: a fronte di una domanda elevata, l’Associazione potrebbe non trovarsi nella situazione di coprire adeguatamente i costi sostenuti.